Sembra impossibile, ma la risposta a questa domanda è affermativa.
Non dimentichiamoci, però, che il controllo periodico del valore di colesterolo è importante e mantenere i livelli di colesterolo e di trigliceridi entro certi limiti ci fa, senza dubbio, dormire più sereni.
Ma non affanniamoci a confrontare il risultato delle nostre analisi con quelle degli amici perché ognuno di noi ha un valore di colesterolo ottimale, in base al proprio rischio cardiovascolare.
A ciascuno il suo valore ottimale di colesterolo
Sono molte le variabili che intervengono ad indicare quali sono i valori ottimali di colesterolo per ciascuno di noi:
- Età
- Patologie cardiovascolari pregresse
- Ipercolesterolemia familiare ereditaria
- Patologie correlate al rischio alto di eventi cardiovascolari (diabete mellito complicato da danno d’organo )
Una giovane donna senza patologie, ad esempio, avrà dei valori di colesterolo adeguati diversi da quelli di una persona più anziana.
Chi ha già avuto un infarto miocardico dovrà tenere i suoi valori di colesterolo più bassi rispetto a quelli di un coetaneo in salute.
Infatti le persone che hanno già avuto un infarto miocardico, un ictus ischemico, un attacco ischemico transitorio, oppure hanno delle malattie arteriosclerotiche, sono considerate a rischio molto elevato di avere un nuovo evento cardiovascolare.
Pertanto i loro livelli di colesterolo LDL devono rimanere, secondo le linee guida, al di sotto dei 55 mg/dl.
“Lower is better” “più basso è meglio è”
Il professor Peter Libby della Harvard Medical School di Boston, durante il 78° Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia, ha illustrato come il colesterolo ossidato sia la causa che determina la risposta infiammatoria della parete arteriosa.
La risposta della parete delle arterie coronariche porta alla formazione di una placca arteriosclerotica ostruente, che è la causa delle manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica come l’angina o l’infarto.
Riguardo al colesterolo il messaggio, universalmente accettato e ribadito, è appunto “più basso è meglio è”; maggiore è la riduzione assoluta dei livelli di LDL, maggiore è la protezione da eventi acuti futuri.
Le linee guida consigliano di portare i valori di LDL al di sotto dei 55mg/dl per:
- I soggetti che presentano un rischio molto elevato di avere un evento cardiovascolare
- In caso di diabete mellito complicato da danno d’organo
- I pazienti con insufficienza renale severa
Per i soggetti senza condizioni cliniche di rilievo, definiti dalle stesse linee guida “soggetti apparentemente sani”, il rischio cardiovascolare deve essere calcolato in base alla coesistenza di fattori di rischio (ad esempio il fumo) e in base all’età.
Come si stima il rischio cardiovascolare?
Il rischio cardiovascolare, innanzitutto, è definibile come la possibilità che un evento cardiovascolare si verifichi nei 10 anni successivi.
La stima viene fatta dal medico utilizzando delle tabelle di rischio.
E’ importante sapere che le nuove linee guida attribuiscono ad ogni Paese una specifica carta del rischio, in base al rischio cardiovascolare stimato geograficamente; l’Italia viene, ad esempio, considerata un Paese a rischio moderato.
All’interno della carta vengono poi valutati diversi parametri, tra cui:
- Sesso
- Età
- Valori di pressione arteriosa
- Valori di colesterolo LDL
- Fumo
Sulla base dell’incrocio di questi dati, i soggetti possono essere suddivisi in quattro fasce di rischio:
- Soggetti a basso rischio
- Soggetti a rischio moderato
- Soggetti a rischio elevato
- Soggetti a rischio molto elevato
Ogni fascia ha dei target di LDL differenti
Soggetti a basso rischio
Il rischio basso si calcola come inferiore all’ 1% in 10 anni; in questi soggetti il valore ottimale di LDL corrisponde a 116 mg/dl.
Soggetti a rischio moderato
Il rischio moderato è stimato tra l’1 e 5%; il valore ideale di LDL corrisponde a 100 mg/dl.
Soggetti a rischio elevato
Il rischio è stimato tra 5 e 10% con un target di LDL al di sotto dei 70 mg/dl.
Soggetti a rischio molto elevato
In questo caso i soggetti devono raggiungere valori di LDL inferiori a 55 mg/dl.
Il colesterolo è senza dubbio il fattore di rischio più importante, ma non vanno dimenticati altri fattori di rischio sui quali possiamo agire.
Il nostro stile di vita e la nostra alimentazione possono senza dubbio essere modificati in favore di abitudini più salutari; una dieta sana, un esercizio fisico regolare e l’astinenza dal fumo possono davvero fare la differenza.
Fonti:
https://www.degasperis.it/dislipidemie-valore-colesterolo-ottimale.html